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De Santis - Panino Maurizio - un mosaico di segni, l’immagine di un paese in trasformazione

Maurizio: un mosaico di segni, l’immagine di un paese in trasformazione

Quotidiano e colto, semplice e stratificato. Il panino Maurizio di De Santis porta in sé la voce del bar di quartiere, il ricordo delle conserve di famiglia e l’ambizione modernista della salsa rosa

Nel repertorio di De Santis, il panino Maurizio racconta un passaggio preciso della storia alimentare italiana. I suoi ingredienti portano l’impronta di un’epoca che ha ridisegnato il gusto quotidiano: il prosciutto cotto entrato a pieno titolo nelle tavole urbane, la mozzarella fior di latte capace di viaggiare dal Sud verso le grandi città, i porcini sott’olio come reliquia del bosco e della dispensa, la salsa rosa che negli anni Sessanta ha segnato il sogno di modernità internazionale.

Prosciutto cotto nel panino Maurizio: simbolo dell’Italia urbana del Novecento

Diverso dal crudo di Parma per tecnica e identità, il prosciutto cotto è diventato nell’Italia del dopoguerra il salume più diffuso nei panini di bar, stazioni e mense scolastiche. Cotto lentamente a vapore, con una consistenza uniforme e un profumo gentile, ha rappresentato l’accessibilità e la praticità della nuova società industriale. Nel panino Maurizio si presenta come fondamento della ricetta: dolcezza della carne, regolarità di tessitura, immediatezza del sapore. È la voce di un’Italia che correva veloce, tra fabbriche, pendolarismo e pause brevi.

Mozzarella fior di latte fusa: la tecnica che lega Sud e Nord dentro il panino Maurizio

La mozzarella fior di latte, storicamente legata al Mezzogiorno, entra nel panino attraverso la sua versione fusa. Non è un vezzo, ma un passaggio tecnico che ne esalta l’elasticità e la capacità di trattenere calore. Portata a fusione, la mozzarella non rimane semplice latticino fresco: diventa collante, fascia che lega il cotto ai funghi. È un modo per far convivere Sud e Nord nello spazio compatto del panino, unendo due storie produttive diverse sotto il segno della contemporaneità urbana.

Funghi porcini sott’olio nel panino Maurizio: il sapore del bosco trasformato in cultura gastronomica

Il porcino rappresenta la memoria di un paesaggio culturale italiano che va dall’Appennino tosco-emiliano alle valli alpine. Sott’olio, il fungo conserva profumi di terra e sottobosco, portando nel panino un elemento verticale, quasi austero, che contrasta con la dolcezza del cotto e la morbidezza della mozzarella. È un ingrediente che rimanda al gesto antico della conservazione: sterilizzare i vasetti, immergere i funghi in olio, sigillare il raccolto per l’inverno. Dentro il Maurizio, i porcini raccontano la persistenza di questa tradizione contadina nel cuore della città.

Salsa rosa e panino Maurizio: icona degli anni Sessanta tra cucina domestica e sogno internazionale

Nata come variazione della maionese arricchita da pomodoro e spezie, la salsa rosa ha conosciuto la sua consacrazione negli anni Sessanta, periodo in cui veniva servita accanto a gamberi, cocktail e piatti che cercavano un’aura cosmopolita. Oggi conserva un valore simbolico: rappresenta un’Italia che voleva essere moderna e internazionale, senza abbandonare le proprie abitudini casalinghe. Nel Maurizio, la salsa rosa non ha un ruolo decorativo: smussa i contrasti, introduce una dolcezza acidula che armonizza carne, latticino e fungo.

Panino Maurizio di De Santis: un ritratto culturale dell’Italia in trasformazione

Il nome stesso del panino suggerisce familiarità, tono colloquiale, prossimità. È un panino che parla di ricordi condivisi e di gesti comuni, ma che nella mano di De Santis assume una precisione diversa: pane tostato, ingredienti scelti, montaggio nitido. Non è una riproduzione nostalgica, ma una fotografia culturale: un ritratto del periodo in cui l’Italia passava dalla cucina regionale alla società dei consumi, e la tavola domestica assorbiva suggestioni nuove senza dimenticare la dispensa della tradizione.